A BAR SICILIA L’ASSESSORE DI MAURO: “DIFFERENZIATA AL 50%. DUE TERMOVALORIZZATORI? VEDREMO” CLICCA PER IL VIDEO

Roberto Di Mauro

Roberto Di Mauro è l’ospite della puntata 228 di Bar Sicilia. L’assessore regionale dell’Energia  e dei Servizi di Pubblica Utilità, intervistato da Maurizio Scaglione e Marianna Grillo, ha parlato di molti temi caldi che riguardano la Sicilia. Non solo rifiuti, ma anche transizione energetica e manovra finanziaria. Di Mauro ha fatto il punto anche sulla situazione del sistema integrato delle acque e sulla candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura per il 2025.

LA MANOVRA FINANZIARIA

La novità è che abbiamo la certezza delle somme indicate in bilancio e nelle norme finanziarie. Imprese e cittadini sanno che ciò che è indicato in ciascuna posta in bilancio è spendibile. Inoltre, questa finanziaria è stata sì preparata dal Governo Schifani, ma è stata in parte condivisa con una serie di forze politiche, con singoli parlamentari e con altri partiti  che hanno offerto spunti. Un valore aggiunto, in un momento difficile. E’ un documento che va visto nel complesso e che ha cercato di porre rimedio anche a una serie di incongruenze sollevate dalla Corte di Conti. Per quanto riguarda l’aumento degli stipendi dei deputati, ricordo che non è frutto di una legge di oggi ma il risultato di una norma precedente”.

RIFIUTI

“Serve incrementare la raccolta differenziata. In Sicilia, nel 2022, siamo arrivati al 50%. Vuol dire che i cittadini ci seguono. La nostra proposta riguarda 2 termovalorizzatorima se aumentasse la differenziata, il costo di un secondo impianto sarebbe eccessivo. Riflettiamo bene su cosa serve ai siciliani.

Per quanto riguarda la situazione discariche, abbiamo una ‘sopravvivenza’ per il conferimento di circa 12 mesi. A Palermo, la settima vasca di Bellolampo dovrebbe essere completata ad aprile. Questa, insieme ad altri lavori a Trapani, potrebbero spostare l’arco temporale da uno a tre anni.  Serve una programmazione per consentire un risparmio per il  cittadino”.

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Iniziamo con le CER, le Comunità di energia rinnovabile e, per quanto riguarda gli impianti ecologici, come i pannelli solari, serve comprendere dove verranno allocati, quali saranno le aree idonee senza compromettere, ad esempio, altri settori strategici come l’agricoltura. Infine, sono in corso alcuni interventi per consentire l’autonomia energetica della Sicilia e dell’Italia”.

QUALE ELETTRICO?

I comuni devono indicare il piano di distribuzione dei servizi per le future esigenze legate, ad esempio al mercato della mobilità elettrica. E’ compito del comune preparare il piano regolatore allocando opportunamente le colonnine elettriche”. Il riferimento è alla mancanza di questi impianti a fronte di una linea europea che prevede, già a partire dal 2035 lo stop alla produzione di auto a benzina e diesel. Molti paesi si sono già attrezzati a differenza dell’Italia e della Sicilia dove ancora si fa fatica a trovare distributori per ricaricare veicoli elettrici.

AUTORIZZAZIONI E BUROCRAZIA

L’assessore Di Mauro è poi tornato sulle polemiche che, in queste settimane, hanno investito  la CTS, la Commissione Tecnico Scientifica, rispetto ad eventuali ritardi nella realizzazioni di importanti opere pubbliche. “Stiamo lavorando a un nuovo modello organizzativo e a un nuovo comitato. Deve esserci il giusto rigore, ma con la consapevolezza che al territorio serve un’accelerazione. La qualità delle persone dipende da noi”. Rispetto alla riforma della burocrazia dice: “Le pratiche non volano e abbiamo tante vecchie abitudini da scardinare. Se il governo regionale è efficiente, significa presentarsi a Roma con le carte in regola e ottenere ulteriori finanziamenti”.

EMERGENZA IDRICA

“Il servizio idrico integrato manca nelle province di Messina, Trapani, Siracusa e Ragusa (in quest’ultimo caso ha un ricorso pendente ). Abbiamo avuto un incontro con i sindaci perché sussistono costi eccessivi per energia, personale e lavori. Abbiamo scelto la società mista (51% pubblica e 49% privato), riteniamo che entro il mese di aprile, questo percorso di intesa con governo nazionale si possa procedere con il bando e, tra 5-6 mesi, con l’aggiudicazione”. Di Mauro ha anche spiegato il valore di questa operazione.

Per quanto riguarda la situazione delle dighe siciliane, Di Mauro ha sottolineato alcuni problemi in termini di funzionalità delle strutture, come quella di Gibbesi e Rosamarina: “Non funzionano e creano danni ai territori e agli agricoltori. Registriamo anche alcuni casi in cui proprio questi ultimi intervengono nelle condotte dell’acqua, incorrendo in processi penali per furto d’acqua e reati a esso connessi. Vogliamo incontrare il ministro per trovare una soluzione, rimettere in pista le dighe, incamerare energia e risparmiare con più servizi a un costo inferiore”.

AGRIGENTO E LA CORSA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2025

A marzo ci sarà un’audizione del comitato scientifico e ad aprile la decisione. Agrigento è tra le 10 città selezionate e con il sindaco Francesco Miccichè vorremmo un contributo del presidente Schifani in termini di impegno e interesse, e in termini di partecipazione finanziaria per eventuali eventi in caso di vittoria. Il progetto di Agrigento capitale italiana della Cultura è un progetto di grande valore straordinario che comprende la provincia, Lampedusa, l’entroterra con i Monti Sicani e parla anche di pesca, agricoltura ecc…”